In Tempo di Contagio

San Rocco a Rubiera

In questi giorni si valorizza l’altare della Comunità con un importante quadro

La SS.ma Annunziata e il culto di san Rocco

La costruzione dell’Oratorio inizia il 24 agosto 1710, a cura e spese dell’omonima Confraternita, per concludersi nel 1713; nel 1983, per iniziativa della Confraternita del SS.mo Sacramento da poco ricostituita, viene sistemato il sagrato e, nel tempo, si realizzano diversi interventi di restauro e di messa in sicurezza. Tutte le tele e le statue sono state restaurate con l’aiuto dei rubieresi e di enti pubblici ed aziende, così come il recupero pittorico del soffitto e dell’abside.

La seconda cappella, a sinistra per chi entra, fu conclusa a metà del settecento; è tuttavia documentata la collocazione del quadro di S. Rocco fin dal 1730. La mensa in stucco dell’altare porta ancora lo stemma comunale: qui, infatti, la Comunità di Rubiera volle perpetuare, anche dopo la costruzione del nuovo Oratorio, il voto per la scampata peste del 1630 che aveva portato gli amministratori del tempo a deliberare la realizzazione di un altare e a commissionare un quadro in onore del Santo protettore dal contagio.

L’opera viene fatta risalire alla fine del ‘600 ed è di alta fattura e di accurata composizione; due diagonali la attraversano, creando dinamica e movimento.

Il Santo (Montpellier -Francia- 1346/1350 – Angera -Varese- il 16 agosto 1376/1379) benché colpito dalla peste ed in evidente stato di prigionia, segnalata dai pesanti ceppi e dalla piccola finestra sulla destra con inferriata, è colto nel momento in cui sta per alzarsi con vigoria, colpito dal raggio di una luce divina che lo rinfranca e, nello stesso tempo, ”umanizza” il cane. L’animale, oltre a portare il pane a S. Rocco, secondo i canoni della leggenda, sembra assistere con partecipazione.

L’opera rubierese risente di una composizione, di analogo soggetto, di Guido Reni, tela risalente al 1617/1618, ora conservata presso la Galleria Estense di Modena; è stata restaurata da Maria Daniela Ambrosetti grazie al contributo della Civica Amministrazione per l’Anno Giubilare 2000. L’opera è un inno alla speranza e alla fede; il rubierese affranto si è sempre ritrovato in questa raffigurazione, in cui il futuro, anche nei momenti più bui e disperati, prende corpo. La preghiera qui pubblicata si conserva, da almeno trecento anni, nella sacrestia dell’Oratorio e viene esposta ogni anno il 16 di agosto, giorno deputato a solennizzare il Santo.

Per volere degli attuali Confratelli, e del Priore pro tempore Lucio Gambarini, è stato promosso un rinnovato interesse per il Santo e il relativo culto, in un momento in cui anche nostri i ns contingentati passi terreni sono appesantiti dall’incertezza e dalla trepidazione.

(g.n.)

Preghiera a San Rocco Confessore

Preghiera a San Rocco confessore

O glorioso San Rocco Voi che da Dio esaltato di eroica santità nutriste mai sempre per i vostri devoti un cuore tenero e compassionevole, udite, ve ne preghiamo supplichevoli le nostre voci, onde a Voi ne’ bisogni che ne aggravano ricorriamo. Per esser Voi a tutti benefico e compartire a pro’ de’ bisognosi le grazie del Signore Voi sceglieste di vivere sconosciuto nell’abbiezione peregrinando pel mondo, ne’ v’ebbe luogo, per cui passaste, che non provasse gli effetti del potere a Voi da Dio comunicato Le malattie più ostinate e soprattutto le pestilenze più terribili, ubbidienti rispettarono la Vostra presenza e dopo morte all’invocazione del vostro nome si videro prodigiosamente cedere e svanire.

Perciò nel morbo contagioso che ad affliggere la Città di Costanza nel tempo del generale Concilio ivi tenuto miglior mezzo non ritrovarono i Venerabili Padri di quel Sacro consesso per liberarsi dall’imminente sciagura, che ricorrer al vostro patrocinio quale sperimentarono tosto benigno e favorevole. Le Fiandre, le Galie, la Spagna, l’Italia hanno sperimentato mai sempre le forze del vostro valevole Braccio e noi stessi negli andati tempi abbiamo goduto di vostra tutela nell’allontanamento di contagioso malore dalle nostre contrade, quando infestava le vicine terre e paesi.

Di un tale impegno a favore della povera umanità noi avviviamo sempre più la confidenza nel Patrocinio vostro e ci facciamo coraggio di ricorrere a’ vostri piedi, onde implorare per mezzo di Voi le divine misericordie. La molle usanza di un depravato secolo è una peste tanto più fiera e universale e abbisognamo d’un forte aiuto per non andarne miseramente compresi. Deh Glorioso Santo, siecome dall’infezione tante volte i corpi liberaste, pietà maggiore vi muova dell’anime nostre. Fate colla vostra intercessione che mai abbia a corrompersi quella Cristiana Evangelica purezza di costumi in cui ha da vivere il nostro spirito e quindi sia opra di vostra protezione che quelle virtù crescano continuamente, che ci rendano in questa terra da ogni contaminazione sempre più lontani onde veniamo a godere di vostra compagnia sul Cielo; e così sia.

  • Ora pro nobis ec.

OREMUS

Popolum tuum quaesumus Domine continua pietate custodi et beati Rochi suffragantibus meriti ab omni … Et corporis contagione securum. Per Dominum nostrum. Ec.

(l’originale risale probabilmente al sec. XVII ed è conservato nella sacrestia dell’Oratorio della SS.ma Annunziata in Rubiera)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *