L’Oratorio della SS.ma Annunziata è stato costruito, dopo l’abbandono forzato dei confratelli dell’Annunziata della loro primitiva sede quattrocentesca, tra il 1710 e il 1713.
La prima pietra viene posata il 24 agosto 1710, giorno in cui si solennizza S. Bartolomeo, il Santo cui era dedicato anticamente un beneficio che aveva consentito l’avvio dell’associazione. L’Oratorio è innalzato in tre anni. Così nel 1713 il cantiere termina; restano da eseguire le opere interne, mancando infatti gli stucchi, gli altari con le relative pale, le statue, gli arredi sacri. A ciò si pone mano negli anni seguenti. La facciata è realizzata nel 1751 con denaro elargito dal capitano Alessandro Berti. Nel 1759 viene completato, a spese della Comunità, l’altare dedicato a San Rocco che porta alla base porta lo stemma della Comunità. Nel 1798, a seguito delle “riforme” napoleoniche, la Chiesa viene chiusa per due anni e la Confraternita soppressa; l’Oratorio, che riapre dopo due anni, si mantiene in vita grazie alla generosità dei paesani per tutto l’ottocento e oltre. La Confraternita viene ricostituita, sotto il nome del SS.mo Sacramento, nel maggio 1808 per iniziativa dell’allora parroco don Filippo Giacomo Chierici; l’esperienza dell’associazione consente di mantenere aperto il tempio, anche se tra le due guerre del secolo scorso l’attività langue.
Facciata Santissima Annunziata
Nei primi anni ‘50 del novecento, a cura dell’arciprete mons. Gustavo Dossi, vengono consolidate le parti fatiscenti del prospetto. Al 1983, ad iniziativa della Confraternita del SS.mo Sacramento, da poco tempo ricostituita, va fatta risalire l’attuale sistemazione del sagrato. A seguito della forte scossa di terremoto del 2 maggio 1987 l’Oratorio è dichiarato inagibile. Nel giugno del 1988, divenuto nel frattempo di formale proprietà della Parrocchia di Rubiera, si dà inizio al restauro della copertura per quanto attiene la parte alta. Nel 1992 si restaura la facciata. Il terremoto dell’ottobre del 1996 rende di nuovo inagibile il tempio; solo nell’agosto del 1998 si dà corso alla radicale messa in sicurezza dell’Oratorio. Ulteriori opere di restauri e adeguamenti vengono approntati negli anni successivi anche con il contributo finanziario del Comune di Rubiera, di aziende, di privati e della fondazione Manodori.
ALTARE DI S. ROCCO
La cappella fu conclusa a metà del settecento; è
tuttavia documentata la collocazione del quadro di S. Rocco fin dal 1730. La mensa in
stucco dell’altare porta ancora lo stemma comunale: qui, infatti, la Comunità di Rubiera volle
perpetuare, anche dopo la costruzione del nuovo Oratorio, il voto per la
scampata peste del 1630 che aveva portato gli amministratori del tempo a
deliberare la realizzazione di un altare e a commissionare un quadro in onore
del Santo protettore dal contagio. L’opera viene fatta risalire alla fine del
‘600 ed è di alta fattura e di accurata composizione; due diagonali la
attraversano, creando dinamica e movimento.
Il Santo benché colpito dalla peste ed in evidente
stato di prigionia, segnalata dai pesanti ceppi e dalla piccola finestra con inferriata,
è colto nel momento in cui sta per alzarsi con vigoria, colpito dal raggio di
una luce divina che lo rinfranca e, nello stesso tempo, ”umanizza” il cane.
L’animale, oltre a portare il pane a S. Rocco, secondo i canoni della leggenda,
sembra assistere con partecipazione.
L’opera risente di una composizione, di analogo
soggetto, di Guido Reni, tela ora conservata presso la Galleria Estense di
Modena; è stata restaurata da Maria
Daniela Ambrosetti grazie al contributo della Civica Amministrazione
per l’Anno Giubilare 2000. L’opera è un inno alla speranza e alla fede; il
rubierese affranto si è sempre ritrovato in questa raffigurazione, in cui il
futuro, anche nei momenti più bui e disperati, prende corpo.
LE STATUE
Nelle nicchie sono collocate le statue delle virtùcardinali, opera di Medardo Borrelli
(dopo la metà del sec. XIX) con il relativi attributi (la colonna per indicare la fortezza; il serpente e lo specchio
per
valorizzare la prudenza; la bilancia e la spada
per
individuare la giustizia; redini
a evocare la temperanza).
I confratelli di allora vendettero gli ori della Madonna delle Grazie e,
sotto la guida del cappellano Don Ermenegildo Cigarini, non commissionò statue
di Santi, che in tempi di contrapposizione avrebbero potuto alimentare lo
scontro, ma le rappresentazioni delle virtù cardinali. L’esito artistico non è
elevato, ma i valori rappresentati richiamano tutti, credenti e non, ad un
esercizio di rigore morale e spirituale verso sé e verso gli altri.
Nel 2013, in occasione dei trecento anni dell’apertura dell’Oratorio,
sono state oggetto di accurato restauro da parte di Giancarlo Prampolini. (g.n.)
Altre curiosità
ALTARE DEL CRISTO MORTO
La cappella fu completata alla fine del settecento;
ospita un importante Cristo morto, il cui restauro finanziato anche dalla Fondazione Manodori
si è concluso nel 2005 ed è stato curato da Maria Daniela Ambrosetti. La statua lignea risale in gran parte
al ‘600 mentre il volto pare essere anteriore; veniva portata per le vie del
paese il Venerdi Santo.
Sopra è collocata la statua dell’Addolorata del faentino Francesco Collina
Graziani (1923); l’opera, oggetto di devozione, si caratterizza per aver reso
il dolore della Madre in modo raccolto e composto. Il recupero del bene, a cura
di Roberta Notari, è stato
possibile, nel 2001, grazie al contributo di Olga Martini Guidetti.
A LATO DELL’ALTARE DI S. ROCCO
Sono visibili due opere: a
destra, S. Gaetano da Thiene
e la B.V. con il Bambino(di A. Consetti, 1684-1766) e,
a sinistra, S. Bartolomeo,
dipinto di cui vi è traccia fin dal 1775 e col quale si volle ricordare il
primitivo beneficio quattrocentesco che ne portava il nome e che permise
l’avvio dell’esperienza dei confratelli dell’Annunziata; anche quest’opera è
stata restaurata in anni recenti da Claudia Carpenito.
L’ORGANO
Nella cantoria di sinistra è visibile un organo di impianto secentesco,
con integrazioni ottocentesche, acquistato dalla Confraternita e restaurato dal
maestro organaro Pier Paolo Bigi.
In occasione del Natale 2002 la Confraternita ha commissionato all’artista Nani Tedeschi due dittici (L’Annunciazione e la Natività), che ora coprono le attuali ante, a ricordo del massaro della Compagnia, Riccardo Graziano Canovi scomparso il 22 luglio 2002. Si è in tal modo riannodato il dialogo con l’arte moderna e, nello stesso tempo, riaffermato il compito della Confraternita di testimonianza e diffusione dei temi della rivelazione cristiana (g.n.).
ALTARE
DI S. CATERINA
La
cappella fu realizzata a metà del settecento; si connota per il quadro della B.V. con il Bambino e S.
Caterina d’Alessandria (sec. XVIII,
autore ignoto). L’attributo che qualificata la Santa è la ruota dentata, uno
dei supplizi ai quali fu sottoposta dall’imperatore Massenzio. S. Caterina è
una dei quattordici Santi ausiliatori e delle Quatuor Virgines Capitales.
Il
quadro è stato restaurato nel 2006 da Stefano Bonfreschi.
Ai
fianchi dell’altare: a sinistra ovale raffigurante l’Immacolata (sec. XIX) di scuola emiliana e, a destra, una tela
tardo secentesca, con applicazioni in argento, attestante un miracolo attribuito
alla Madonna di Caravaggio.
I CONFESSIONALI
Sono
stati ricavati nel muro per ragioni di spazio; i sacerdoti ascoltavano i
penitenti dalle sagrestie interne. Significativa è la rappresentazione, in
stucco, di Dio Padre che accoglie a braccia aperte. Ora quel gesto di
misericordia non è percepibile: le braccia, infatti, furono utilizzate dai
militi, che occuparono in diverse epoche l’edificio, quale supporto per giberne
e fucili, così da far crollare i manufatti.
IL PRESBITERIO
Sull’altare maggiore
la serie di candelieri dorati fa da corona ad un crocefisso ligneo (sec. XVIII).
Nell’abside è stata
ricollocata, nel settembre 2004, l’Annunciazione (sec. XIX,
autore ignoto) dopo l’accurato restauro, a cura di Avio Melloni e con i
contributi dell’Amministrazione Comunale e di privati. L’opera risalta per
l’impatto cromatico ove l’annuncio diventa luce per il mondo immerso
nell’oscurità.
Dietro all’altare vi è un
semplice coro ligneo, destinato ai Confratelli; la cimasa sullo
scranno del Priore porta inciso l’esergo: “Fiat Mihi”, ovvero il “sì”
di Maria all’angelo, cui è dedicato il Tempio (g.n.).
Sarà migliorata dal punto di vista sismico e conservativo Da alcuni giorni una fitta rete di impalcature maschera l’Oratorio della SS.ma Annunziata in Rubiera; l’edificio è stata interessato in alcune parti dai terremoti del 20 e 29 maggio 2012 e si è reso necessario intervenire sull’assetto murario, specie sotto il profilo del miglioramento sismico e …
Dal 23 al 26 dicembre nell’Annunziata si raccolgono generi alimentari che Caritas di Rubiera distribuirà per sostenere persone in difficoltà. A quanti accederanno all’Oratorio dell’Annunziata sarà consegnata una riproduzione a stampa con la quale si ricordano i 40 dalla fondazione della Confraternita.
Venerdì 3 giugno 2022 – ore 21,00San Rocco il Santo della vita Conversazione a cura di Giovanna GiacobazziVenerdì 10 giugno 2022 – ore 21,00 La spiritualità da J. S. Bach a J. ColtraneInvenzioni spirituali Concerto con Simone Valla, sax contralto, e Giuliano Nora,sax tenore su temi di J. S. Bach e di John Coltrane